"Non ho minacciato Chiara Appendino.
L'assessore Sacco, che credevo amico, ha interpretato male i
miei sfoghi". Così Luca Pasquaretta, interrogato in Procura a
Torino, si è difeso dall'accusa di estorsione ai danni della
prima cittadina. "Io e Chiara siamo amici, la considero una
sorella minore", dice l'ex portavoce della sindaca, che si è
presentato ai pm "per spiegare e rivendicare il lavoro svolto al
Salone del Libro 2017". Tra le accuse nei suoi confronti c'è
anche il peculato per la consulenza da 5mila euro.
"Appendino - ribadisce Pasquaretta, all'interrogatorio con la
borsa dell'edizione 2017 della kermesse - non ne sapeva nulla".
Il giornalista ha raccontato ai pm Enrica Gabetta e Gianfranco
Colace di aver tenuto rapporti istituzionali, supervisionato la
comunicazione, contribuito al merchandising. "Non c'entro nulla
anche con la vicenda di Parco Dora. Non ho mai avuto compiti
amministrativi", aggiunge a proposito delle accuse per la
proiezione Champions gemella a quella di piazza San Carlo.
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