Dopo le indiscrezioni di fine luglio,
'anticipate' dalla modella australiana Shanina Shaik, ora arriva
l'ufficialità: gli angeli si fermano, il Victoria's Secret show,
la annuale sfilata evento di lingerie con le più belle e
statuarie modelle del mondo, viene annullata dopo 23 anni.
L'onda lunga del #metoo, la lotta al sessismo è tra i fattori
che costringono l'azienda allo stop e a ripensare tutta la
comunicazione del brand. Ad ottobre è stato presentato uno spot
con la prima modella con taglia 46, Ali Tate-Cutler, e ad agosto
la prima modella trans, la brasiliana Valentina Sampaio: segnali
per far capire la svolta nel segno di una maggiore inclusività
in tempi in cui questo è un valore primario della società.
Mentre il mercato non sta premiando il gruppo L Brands (a cui fa
capo Victoria's Secret) con un vistoso calo degli utili netti.
Ad abbandonare Victoria's Secret sono state soprattutto le
millennial, ovvero un terzo delle donne che guardano al mercato
dell'abbigliamento intimo. Nel 2018 hanno preferito spendere in
reggiseni sportivi piuttosto che pizzi e merletti. Ma non è
tutto: i legami di Les Wexner (proprietario del gruppo) con il
miliardario Jeffrey Epstein, il satrapo suicida in carcere a New
York accusato di traffico sessuale e associazione a delinquere
finalizzata al traffico sessuale, hanno messo nell'occhio del
ciclone l'azienda, ora in crisi di immagine.
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