Lottavano contro le istituzioni
dello Stato seguendo un programma "votato alla realizzazione
dell'ideale con ogni mezzo anche illecito", fino "all'estremo di
collocare pericolosi ordigni artigianali", i 26 anarchici
condannati dal tribunale di Firenze per vari episodi tra cui il
ferimento dell'artificiere della polizia Mario Vece per lo
scoppio di un ordigno la notte di Capodanno 2017 alla libreria
Il Bargello, vicina a Casapound. Lo scrivono i giudici di
Firenze nelle motivazioni della sentenza del 22 luglio 2019.
Gli anarchici, scrivono i giudici, costituivano
"un'associazione" che disponeva di "immobili occupati quasi
inespugnabili senza meticolosa preparazione e impiego di ingenti
forze e mezzi". Nelle azioni illecite, scrivono ancora, "il
gruppo appare unito e anzi quando l'azione investigativa e
giudiziaria diventano pressanti 'i capi' prendono il comando".
Gli obiettivi sono perseguiti "con modalità violente" tra cui
"scagliare petardi, bombe molotov o ordigni artigianali di
cospicua potenza".
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