"Come diceva Charlie Chaplin,
preoccupati più della tua coscienza che della reputazione.
Perché la tua coscienza è quello che tu sei, la tua reputazione
è ciò che gli altri pensano di te. E quello che gli altri
pensano di te è problema loro". Rita Pavone è un fiume in piena,
la gioia per essere stata chiamata in extremis da Amadeus tra i
big di Sanremo (quando i giochi sembravano ormai fatti e la
lista dei 22 resa nota), a 48 anni dalla sua ultima
partecipazione, è incontenibile e non sono certo i commenti al
vetriolo sui social sulle sue posizioni pro Matteo Salvini a
rovinarle il momento. "Ho 74 anni, ma la mia voce non l'ha
ancora capito. Se non mi guardo allo specchio non me lo ricordo
neanche io. E dato che il tempo non si è accorto dell'errore, io
vado per la mia strada. L'età anagrafica è solo per la carta
d'identità e tutti hanno diritto di dimostrare le loro
capacità", racconta all'ANSA, appena finita la sessione per le
foto di rito in vista del festival.
La canzone, dice, dal titolo Niente (Resilienza '74) "è una
gran bella canzone, un vestito cucito addosso me, grintosa e
vitale". L'ha firmata Giorgio Merk, uno dei figli dell'ex Pel di
Carota e di Teddy Reno. "Non vado lì per vincere, ma per far
scoprire una Rita Pavone che non è più quella del Geghegè (uno
dei suoi successi), ma che sa dare ancora energia".
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