"Ci sono cose sul terreno che avrei
potuto gestire meglio": dopo che da mesi l'Australia brucia
senza sosta, avvolta in una cappa di fumo, con almeno 28 morti,
il primo ministro Scott Morrison, subissato di critiche e
proteste, ha fattoammenda per come l'emergenza è stata gestita
dal suo governo federale.
Contestato nei villaggi colpiti dal fuoco che visitava,
Morrison ha commentato: "Sono ambienti sensibili, sono ambienti
molto emotivi. I primi ministri sono fatti anche loro di carne e
ossa quando si confrontano con questa gente". Il premier
conservatore, accusato di aver fatto poco, di essere un
negazionista sui cambiamenti climatici e di essere in combutta
con la lobby del carbone e di essere andato in vacanza alle
Hawaii mentre il Paese bruciava, ha detto che ora c'è "una
voglia nuova" del governo di farsi carico del disastro,
annunciando una pubblica inchiesta sulla risposta del governo
all'emergenza. Nessun collegamento fra il caldo e gli incendi e
il clima, è stato tuttavia accennato da Morrison.
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