"Caro Vittorio, ho avvertito, in
sintonia con gli autori dell' Anac e con tutti i cineasti che
vorranno condividere questa mia, la necessità di scriverti per
dirti pubblicamente e in modo incondizionato la nostra vicinanza
in queste ore difficili della tua vicenda umana" comincia così
la lettera aperta di Pupi Avati firmata già da numerosi altri
registi e personalità dello spettacolo, da Giuseppe Tornatore a
Matteo Garrone, da Marco Bellocchio a Stefania Sandrelli, per
esprimere pubblica solidarietà a Cecchi Gori "in queste ore
difficili della tua vicenda umana" e sperare "senza contestare
in alcun modo gli aspetti giuridici che hanno determinato le
sentenze che ti riguardano" su una riconsiderazione del caso.
Vittorio Cecchi Gori, condannato in via definitiva a 8 anni
e mezzo di reclusione per il crac della casa di produzione
cinematografica Safin, è ricoverato all'ospedale Gemelli di
Roma. "Sia tu che tuo padre Mario - scrivono - siete assi
portanti della storia del nostro cinema. La gran parte dei più
significativi autori italiani ha lavorato per il tuo gruppo
imponendosi nel mondo grazie allo straordinario operato delle
tue società di produzione e distribuzione. Pensiamo quindi che
si debba tenere opportunamente conto della tua età e delle tue
precarie condizioni di salute. Contiamo su un'oculata e
tempestiva riconsiderazione del tuo caso che mitighi la sentenza
e che ti restituisca a quel minimo di serenità che sappiamo
meriti.
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