L'urgenza di comunicare in un momento
difficile e di solitudine. E' stato questo a spingere il rapper
Lowlow (all'anagrafe Giulio Elia Sabatello, romano, classe 1993)
ad andare avanti con il suo nuovo progetto discografico dal
titolo Dogma 93 (per Sony Music) e a non tirarsi indietro
davanti all'emergenza coronavirus.
"Sicuramente è tutto molto complicato - racconta al telefono
dalla sua casa di Milano -, ma non ho mai pensato davvero di
posticipare l'uscita del disco, perché è un momento troppo
importante per me e per la mia carriera e poi perché in questo
momento c'è bisogno di qualcosa di bello. Il mio è un piccolo
gesto che può aiutare chi è chiuso a casa. Un augurio e una
speranza". E neanche a farlo apposta c'è un verso nel brano
Quello che cerco che rispecchia bene questo sentimento: "E quel
giorno pure un sasso sarà bello, e avrà avuto un senso fare
tutto questo". "Ero partito da un'analisi di me stesso che si è
trasformata in un messaggio per chi attraversa un periodo
difficile. Forse è nei momenti di difficoltà che la mia musica
può raggiungere le persone, dire loro che non sono sole a
soffrire", spiega Lowlow che con il suo nuovo album vuole aprire
"una crepa nella curiosità dell'ascoltatore".
Dogma 93 è un disco "cinematografico" (a partire dal titolo
che cita esplicitamente Lars von Trier e il suo Dogma 95) fatto
di storie che si rincorrono tra i 14 brani presenti. Arriva a
due anni di distanza da Il Bambino Soldato e segna un ulteriore
tassello nel processo di maturità della scrittura del rapper
romano. "Come i registi danesi che puntavano ad avere una loro
cifra stilistica, il mio Dogma è una sorta di manifesto che
risponde a una ricerca interna più che a un rifiuto di ciò che
mi circonda. Cerco di portare l'estetica che piace a me. E lo
faccio creando una crepa nell'ascoltatore".
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