Contro il nuovo coronavirus scende in
campo la potenza di circa 30.000 unità di calcolo che lavorano
in parallelo, analoga a quella utilizzata per scoprire il bosone
di Higgs: l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) l'ha
messa a diposizione delle ricerche condotte da Sibylla Biotech,
spin-off della stessa Infn e delle università di Trento e
Perugia, per studiare in dettaglio uno dei principali bersagli
del virus SarsCoV2, il recettore Ace2 che si trova sulla
superficie delle cellule del sistema respiratorio umano.
L'obiettivo di quello che viene chiamato 'Urgent Computing' è
riuscire a bloccare il virus prima che entri nelle cellule
neutralizzando il suo cavallo di Troia, la proteina Spike,
utilizzando una tecnologia che studia il comportamento delle
proteine in modo completamente nuovo e in tempi rapidi. Si
cercano così molecole capaci di interferire con il recettore
Ace2 impedendo al virus di entrare nelle cellule.
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