Un poeta folk/country, cantore della
condizione umana, amato anche da Bob Dylan, che ha l'aveva
definito un puro esempio di esistenzialismo proustiano, con i
suoi viaggi mentali del Midwest all'ennesima potenza... scrive
bellissime canzoni". Se n'è andato, a 73 anni, per complicazioni
legate al coronavirus, un'icona della musica Usa, John Prine. Il
musicista era stato ricoverato in terapia intensiva a Nashville
poco meno di due settimane fa, dopo l'aggravarsi delle sue
condizioni. Lui e la moglie Fiona, che è anche sua manager,
avevano avuto la diagnosi di positività al covid-19 al ritorno
da un tour in Europa e avevano iniziato separatamente, la
quarantena in casa.
Nato nel 1946 a Maywood, in Illinois, Prine aveva iniziato a
scrivere canzoni da giovanissimo ispirandosi alla Carter Family,
gruppo vocale country. Dopo aver visto Dylan e Johnny Cash
esibirsi in tv aveva deciso di fare della passione per la musica
un mestiere. In quasi 50 anni di canzoni (il primo album 'John
Prine' è del 1971), ha influenzato tre generazioni di musicisti,
con brani senza tempo, costruiti su una capacità di racconto,
profondo, intimo e universale.
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