"In base a un ampio campione di
bilanci di imprese (solo le società di capitali, pari a 1/3 del
PIL e 55% degli occupati) è stato stimato, in uno scenario di
fine epidemia a giugno, il fabbisogno di liquidità nel 2020 in
30 miliardi di euro, di cui gran parte necessari tra aprile e
giugno". Salgono a "80 miliardi in uno scenario pessimistico con
fine epidemia a dicembre". Lo stima il centro studi di
Confindustria in un approfondimento sulla crisi di liquidità
innescata dall'impatto dell'emergenza coronavirus. Sono stime
che, indicano gli economisti di via dell'Astronomia, "vanno
considerate prudenti". "Senza moratoria sui prestiti (misura
varata a marzo, per le pmi libere da sofferenze), queste cifre
salgono a 42 e 107 miliardi". Servono quindi "ingenti risorse
pubbliche per fornire oggi liquidità alle imprese e rendere poi
possibile la ripartenza, una volta terminata l'emergenza
sanitaria. Cruciale è la tempistica: occorre agire subito, per
evitare crisi di imprese già nei primi mesi".
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