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Borgianni nella Roma di Caravaggio, pillole online

Borgianni nella Roma di Caravaggio, pillole online

Palazzo Barberini e l'artista che si smarcò dal genio della luce

ROMA, 19 aprile 2020, 14:41

Redazione ANSA

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(di Luciano Fioramonti) Doveva essere l'occasione per un incontro ravvicinato con un maestro della pittura meditata, lontana dal gesto impetuoso del sommo Caravaggio. La elegante monografica dedicata da Palazzo Barberini a Orazio Borgianni, 'genio inquieto' nella Roma del genio della luce - chiusa all'indomani della inaugurazione a causa della pandemia - punta quindi sulle 'pillole' online che il curatore Gianni Papi offre agli appassionati ogni venerdì sui canali social delle Gallerie Nazionali di Arte Antica per illustrare il lavoro di studio e ricerca che la rende preziosa.
    La mostra descrive la grandezza di un pittore (1574-1616) che seppe distinguersi da Caravaggio seguendo un percorso autonomo che per certi versi anticipò il Barocco e racconta un'avventura umana segnata dalle passioni e dalle delusioni.
    Tre sale ospitano 18 capolavori, altre tre sono dedicate a 17 opere di artisti che subirono la sua influenza, da Giovanni Lanfranco a Simone Vouet, Giovanni Serodine, Antiveduto Grammatica. "La pittura di Borgianni - fa notare Papi - è sofisticata, molto lavorata, non era una pennellata di getto, ma un lavoro che affonda le sue radici nella cultura raffinata del Cinquecento". Tra le gemme in mostra, colpisce il fascino straordinario del "Cristo fra i dottori" - prestito del Rijksmuseum di Amsterdam - una "implacabile inquadratura caravaggesca" con un linguaggio pittorico che rappresenta però "un'alternativa personale e piena di futuro a quello di Merisi".
    Dalla sacrestia della Chiesa di San Carlino alle Quattro Fontane, distante nemmeno cento metri da Palazzo Barberini, arriva "San Carlo Borromeo visita gli appestati". Tre opere - tra cui la Sacra Famiglia con S. Anna - provengono dalla Fondazione Roberto Longhi, lo storico dell'arte che considerava il pittore suo autore prediletto. Due gli autoritratti, uno del 1614 dalle collezioni di Palazzo Barberini, l'altro di poco successivo, dall'Accademia Nazionale di San Luca, descrive l'autore malato e ormai prossimo alla morte.
   

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