Migliaia di affollate fabbriche
tessili hanno riaperto oggi i battenti in Bangladesh, malgrado
il Paese sia in lockdown fino al 5 maggio, e ora si teme
un'esplosione del contagio nel travagliato Paese asiatico.
Almeno mille fabbriche, chiuse da fine marzo, hanno avuto il
permesso di riaprire nelle due città principali, Dacca e
Chittagong, e in altri centri su pressione dei commercianti
all'ingrosso, che ricevono un volume crescente di ordini da
esportare, e anche della povertà: "I lavoratori tessili sono in
una situazione difficilissima: da una parte hanno paura del
coronavirus e temono per la propria salute, ma allo stesso tempo
sanno che se non si presentano saranno licenziati. Hanno bisogno
del loro salario", scrive Al Jazeera da Dacca. L'80% delle
esportazioni del Bangladesh è costituito da abbigliamento per un
giro d'affari di 35 miliardi di dollari. La chiusura si stima
abbia provocato una perdita di 6 miliardi di dollari a fronte di
5.900 casi confermati di coronavirus e 159 morti accertati.
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