;;;Un thriller mozzafiato ambientato
in una banlieu di Parigi con un gruppo di ragazzini che sfidano
la polizia violenta ha riscritto, in una chiave molto vicina al
documentario, il cinema sul tema delle periferie, ha fatto
incetta di premi - dalla regia a Cannes 2019 alla candidatura
francese per l'Oscar straniero, ai Cesar tra cui miglior film -
e ora arriva al pubblico italiano: è I Miserabili (Les
Miserables), opera prima di Ladj Ly. Inaugura dal 18 maggio
MioCinema.It la prima piattaforma digitale dedicata al cinema
d'autore che mette al centro la sala cinematografica già
arrivata a coinvolgere 130 sale ossia 300 schermi secondo quanto
annunciato da Andrea Occhipinti di Lucky Red da cui è nata
l'idea condivisa con Circuito Cinema e MYmovies. Ladj Ly è
noto nell'ambiente per il suo impegno e il suo attivismo: la
scuola gratuita di cinema, accessibile a tutti, a Montfermeil
dove è nato e tuttora risiede è un modello. Rispettato e
carismatico ("forse perché non sono andato via e questo fa la
differenza"), una figura assimilabile ad uno Spike Lee francese,
lancia in Italia il film. I Miserabili "non finisce qui". Il
nuovo cantore delle periferie, che ha preso il capolavoro di
Victor Hugo; e ne ha fatto un film coinvolgente tra i migliori
della stagione, andrà avanti con una trilogia: i prossimi due
torneranno indietro, uno agli anni '90 e un altro, più politico,
racconterà le storiche rivolte delle periferie nel 2005
concentrandosi in particolare su Claude Dilain sindaco di Saint
Denis. La storia dei Miserabili (con l'ottimo Damien Bonnard)
è ispirata a vicende vere o comunque verosimili ed è
sufficientemente lontana dagli stereotipi di questi ambienti:
sono tutti più o meno poveri cristi, con salari da fame in
ambienti dove disagio sociale accomuna tutti. Nel film, come
oggi nell'incontro, Ladj Ly sottolinea le "violenze della
polizia" che sono l'unica promessa mantenuta dai governi dopo le
rivolte sanguinose del 2005, "mentre cultura, educazione e
politiche sociali sono quello che servirebbe". Ora con la
pandemia "è una catastrofe - dice il regista che aiuta lui
stesso con la ong Banlieus Santé - sono zone polveriera pronte
ad esplodere".
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