"Dire che il 15 giugno si riaprono
teatri e cinema è non sapere che mestiere facciamo.
Ascoltateci". A lanciare l'appello è l'Atip, Associazione Teatri
Italiani Privati che nasce il 26 maggio raccogliendo come nucleo
fondatore 14 grandi sale in tutta Italia (Ambra Jovinelli di
Roma, Augusteo di Napoli, Celebrazioni di Bologna, Colosseo di
Torino, Geox di Padova, EuropAuditorium di Bologna, Lyrick di
Assisi, Metropolitan di Catania, Morato di Brescia, Politeama di
Genova, Quirino di Roma, Sistina di Roma, TeatroTeam di Bari,
Verdi di Firenze). Quattordici palcoscenici, che da soli
sviluppano in una stagione 2500 giornate di spettacolo dal vivo,
oltre 2 milioni di biglietti venduti e un volume di 50 milioni
di euro. Ma dopo i due mesi di chiusura, l'emergenza sanitaria
per loro si è "integrata" con una altrettanto grave emergenza
economica.
"Per noi la Fase 2 non esiste - spiega Massimo Romeo Piparo,
direttore del Sistina e ideatore dell'Atip - Noi siamo un altro
mondo rispetto alle Fondazioni lirico sinfoniche o ai teatri
pubblici. Viviamo dei biglietti venduti. Capiamo che il Comitato
tecnico scientifico deve occuparsi di mille cose, ma dire che il
15 giugno, con le limitazioni indicate, si riapre è essere
inconsistenti. Per questo diciamo: incontrateci".
Tra le richieste dell'Atip, il dettaglio dei criteri di
divisione del Fondo emergenze spettacolo e cinema; prolungamento
di strumenti come la Cassa Integrazione in deroga/ Fondo
incremento salariale; credito d'imposta sugli affitti fino fine
anno e abolizione dell'Imu per i mesi di inattività. E poi Art
Bonus al teatro privato e defiscalizzazione dei biglietti
acquistati per cultura e intrattenimento dal vivo per tutto il
2021; e introduzione del tax credit. Altrimenti, si va verso
"l'inevitabile licenziamento di migliaia di lavoratori tra
comparto e indotto".
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