Se a marzo l'occupazione era riuscita
a reggere, ad aprile arriva il crollo, con una perdita di 274
mila posti. Un calo generalizzato ma che pesa di più sui
contratti a termine (-129 mila in un mese). Nel confronto annuo
la contrazione sfiora il mezzo milione di posti di loro. Lo
rileva l'Istat, spiegando che l'effetto dell'emergenza Covid-19
sul mercato del lavoro "appare decisamente più marcato rispetto
a marzo".
Allo stesso tempo scendono nettamente anche i disoccupati,
con il tasso che si abbassa dall'8,0% al 6,3%, il minimo dal
novembre del 2007. Questo perché frena la ricerca del lavoro,
sempre come conseguenza della pandemia e del lockdown. D'altra
parte nella classificazione statistica di disoccupato rientra
chi è a caccia dell'impiego. Chi non lo cerca, magari perché
ritiene la missione impossibile, i cosiddetti scoraggiati, è
compreso invece nell'esercito degli inattivi, in cui finiscono
anche pensionati, studenti e casalinghe. Tutti coloro che non
fanno parte delle forze lavoro. Inattivi che, ad aprile, mettono
a segno un altro boom (+746 mila rispetto a marzo).
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