"Da ragazzo del '68 faccio ancora mia
la frase di Kennedy 'non chiederti cosa lo Stato fa per te ma
cosa tu puoi fare per il tuo Paese'. Quindi sì, se mi chiamano
per partecipare agli Stati Generali indetti dal governo, io ci
vado". Lo dice all'ANSA Massimiliano Fuksas che però sottolinea
di non aver ricevuto al momento alcun invito per la kermesse al
via da lunedì a Villa Pamphili. "Se mi chiamano vado perché
tengo molto all'Italia e sono davvero molto preoccupato",
sottolinea l'architetto, che questo pomeriggio parteciperà ad un
webinair sul futuro della città organizzato dalla Casa
dell'Architettura 'Ordine degli architetti di Roma. "Sono pronto
ad andare anche per capire cosa il governo si aspetta dai
rappresentanti delle professioni e della cultura, dagli
architetti, i registi, gli economisti". Perché certo,
ribadisce, "il momento che stiamo vivendo, è concluso, complesso
e preoccupante. Io sono molto preoccupato oggi, soprattutto per
il futuro dei nostri giovani, Credo però che proprio ora si
debba trovare il coraggio di cambiare, di puntare
sull'innovazione, di sfoltire la burocrazia. Oggi è il momento
di fare. Il nostro obiettivo deve essere quello di avere un
sogno. E di puntare a realizzarlo".
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