Hollywood diventa più inclusiva
sullo sfondo delle proteste per l'uccisione dell'afro-americano
George Floyd da parte della polizia bianca di Minneapolis.
L'Academy of Motion Picture Arts and Sciences ha annunciato una
nuova fase dei suoi sforzi per la parità, associando le
nomination per gli Oscar 2021 a nuovi standard di
rappresentatività e inclusione che verranno determinati da una
speciale task force entro luglio 2020.
L'annuncio fa seguito a un voto via Zoom del consiglio di
amministrazione dell'Academy, già in programma martedì ma che
era stato rinviato per non coincidere con i funerali di Floyd.
La decisione rientra nei passi che Hollywood si era impegnata a
prendere cinque anni fa a seguito della polemica #OscarSoWhite
sul mancato premio a "Selma", il film dell'afro-americana Ava
DuVernay sulle marce per il diritto al voto dei neri guidate da
Martin Luther King, e più in generale sulla scarsa presenza di
film interpretati, diretti e prodotti da minoranze nella rosa
dei premi.
Sempre per garantire più ampio accesso alla statuetta più
ambita, quella del miglior film, dalla prossima edizione degli
Oscar l'Academy accetterà dieci candidature, come era la norma
all'inizio della storia dei premi, e non come nell'ultima decina
di anni, "da cinque a dieci". L'iniziativa, battezzata "Academy
Aperture 2025", introduce anche limiti al mandato dei membri del
board: finora tre anni rinnovabili all'infinito con un anno di
pausa tra un triennio e l'altro e d'ora in poi un massimo di 12
anni nell'arco della vita. Un processo che dovrebbe portare a un
ricambio più in passo con i tempi.
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