"Otello è un bellissimo mostro che
incute paura e rispetto: serve equilibrio tra i cantanti che
sappiano trasmettere la potenza drammaturgica e noi con questo
cast abbiamo avuto un dono prezioso". Jonas Kaufmann, star
della lirica mondiale, e il maestro Antonio Pappano riassumono
così la complessità del capolavoro verdiano inciso con
l'orchestra dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia su cd Sony
Classical. Il tenore tedesco e il direttore anglo-italiano hanno
parlato in webinar con un centinaio di giornalisti italiani e
stranieri della registrazione che l'estate scorsa li ha
impegnati nell'Auditorium Parco della Musica di Roma con altre
stelle del canto come il soprano Federica Lombardi (Desdemona) e
il baritono Carlo Alvarez (Jago).
Kaufmann e Pappano, protagonisti nel 2017 di un Otello dal
successo straordinario messo in scena alla Royal Opera House di
Londra, hanno affrontato l'opera in un contesto molto
particolare. "In studio non si procede dall'inizio alla fine -
ha detto il tenore - ma si salta dal brano di un atto all'altro,
in base alle esigenze. E' un lavoro difficile di preparazione.
Tony ci ha aiutato tantissimo a raggiungere il livello emotivo
giusto. Ogni prova che ho avuto con lui è sempre stata una
carica di energia enorme".
Otello crea sempre molto timore, dice Kaufmann riferendosi al
guerriero che vince per Venezia ma che è anche "un simbolo, uno
straniero, a prescindere dal colore della pelle e dalla
religione. La morte della donna che ama è anche la sua".
"Jonas è stato il punto di partenza del progetto - sottolinea
Pappano -. E' stato di grande aiuto per comunicare con
l'orchestra, un approccio possibile soltanto con lui. Il
rispetto delle dinamiche è difficile da raggiungere. Cantare
piano è una cosa molto speciale. Bisogna togliere la vernice per
arrivare davvero all'essenziale. Dobbiamo superare la paura di
mettere in discussione i capolavori".
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