Il governo giapponese ha confermato
il piano di uscita dal sistema di difesa antimissile
statunitense Aegis Ashore a causa dei costi eccessivi per la
loro funzionalità e le controversie mai risolte con la
popolazione locale, contraria al loro dispiegamento.
A spiegarlo è stato il ministro della Difesa Taro Kono
durante una riunione del Consiglio nazionale di sicurezza tenuta
dopo le consultazioni già avvenute nello scorso fine settimana
con i governatori delle prefetture di Yamaguchi e Akita.
Kono ha aggiunto che l'esecutivo guarderà ad alternative, e
che per il momento i sistemi per la difesa tattica Patriot
Advanced Capability-3, dotati dei missili terra-aria, saranno
sufficienti a proteggere la nazione da eventuali minacce.
Il governo di Tokyo aveva firmato un'intesa con Washington
nel dicembre 2017 per l'installazione di due batterie di Aegis
Ashore, a ridosso di una serie di lanci di razzi dalla Corea del
Nord, e nel corso di intensi scambi diplomatici tra il
presidente Usa Donald Trump e il premier giapponese Shinzo Abe,
per accentuare gli acquisti di tecnologie militari Usa da parte
dell'alleato nipponico.
Il contratto iniziale aveva un valore di 1,7 miliardi di
dollari che adesso Tokyo cercherà di rinegoziare assieme
all'eventuale ricerca di un'alternativa.
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