Due uomini seduti al bar. Parlano,
parlano. Intorno a loro nessuno. Nemmeno i camerieri che
dovrebbero portare da bere. Ma i due non ci badano. Parlano di
tutto: mogli, figli, parenti, giovani e vecchi, avventure,
tradimenti, scuola, medicina, amici, lavoro, criminalità. Sono
benestanti e hanno tutto quello che si potrebbe volere, forse
anche di più. Ma niente va, secondo loro, come dovrebbe andare.
E la domanda è: "Ma tu sei felice?". E' così che Claudio Bisio e
Gigio Alberti, amici da 40 anni, sin dai tempi della scuola del
Piccolo Teatro di Milano, tornano in scena insieme con la
lettura-spettacolo del libro di Federico Baccomo (Ma tu sei
felice?, ed. Solferino), in prima nazionale, il 18 luglio, in
apertura della 72/a Estate Teatrale Veronese (poi in tournée
fino a settembre ).
"Quel testo è una passione di Claudio da tantissimo tempo -
racconta all'ANSA Alberti -. Con la scusa di invitarci a pranzo,
un giorno mi sono ritrovato con lui sul divano a leggerlo,
mentre figli e compagne ci aspettavano". "La cosa che più mi
diverte è il cinismo dei personaggi - spiega Bisio -. È una
sorta di Aspettando Godot con due uomini, che in attesa di un
cameriere rivelano i peggiori difetti dell'uomo: maschilismo,
egocentrismo, razzismo, faciloneria, superficialità". Quando
scatta il lockdown, a Bisio viene l'idea di metterlo "in scena"
a distanza, in una web series casalinga sui social, fatta con
smartphone e aiuto delle famiglie. E ora, che i teatri sono
riaperti, eccoli in palcoscenico sul serio. Ma loro due, Bisio e
Alberti, sono felici? "Dipende da cosa intendi - rispondono
citando il testo - Se per felice intendi uno che è soddisfatto
di sé, di quello che fa, ed è felice, allora no. Ma se intendi
uno che è soddisfatto di sé, di quello che fa, anche se non è
proprio felice, allora sì. Posso dire che sono felice".
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