(di Domenico Palesse)
Settantasei anni fa i nazisti in
ritirata distrussero due navi romane dell'imperatore Caligola ed
oggi il Comune di Nemi, dove erano state scoperte le
imbarcazioni, chiede i danni alla Germania. E lo fa in maniera
ufficiale, con tanto di delibera firmata dal sindaco Alberto
Bertucci. "Quel danno irreparabile di un bene archeologico non
fu il risultato di una imprevedibile azione bellica - spiega il
primo cittadino - ma un consapevole gesto di sfregio. Per questo
chiediamo il risarcimento".
Le due imbarcazioni imperiali, che giacevano sul fondo del
lago di Nemi da centinaia di anni, furono portate alla luce tra
il 1928 e il 1932, dopo diversi tentativi di recupero attraverso
l'abbassamento del livello dell'acqua. Una volta emerse, le navi
furono esposte nel Museo nazionale delle navi romane, per quella
che venne definita una delle scoperte archeologiche più
importanti dell'epoca, con l'interesse del mondo scientifico e
archeologico internazionale. Ma la notte tra il 31 maggio e l'1
giugno del 1944 un incendio devastò il museo. Una commissione
accertò l'origine dolosa del rogo, da attribuire alle truppe
naziste in ritirata che distrussero l'edificio volontariamente e
non durante un'azione di guerra.
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