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High Life, un'astronave-prigione verso il nulla

High Life, un'astronave-prigione verso il nulla

Dal 6 agosto il film della Denis con Pattinson e Binoche

ROMA, 04 agosto 2020, 15:22

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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'High Life' ha un sapore acido, disturbante, morboso come anticipa già la prima sequenza in cui un astronauta, Monte (Robert Pattinson), cerca di riparare la sua navicella dall'esterno, mentre è collegato in interfono con la sua bambina di pochi mesi che gli urla nel casco. Una figlia che non è affatto lontana, ma vicina a lui in una nave spaziale senza cromature e porte scorrevoli, alla deriva nel sistema solare e animata dalle sole pulsioni umane. Si entra così in punta di piedi e abbastanza frastornati in quest'opera di Claire Denis, in sala dal 6 agosto con Movie Inspired, e appena designata Film della Critica dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani (SNCCI). Ora questa nave nello spazio di 'High Life', che ricorda sicuramente quella di Solaris ed è altrettanto allucinogena come quella del film di Tarkowskij, ha un equipaggio composto da un gruppo di prigionieri condannati all'ergastolo che ha commutato la pena in un eterno navigare nello spazio verso un inquietante buco nero. E questo alla ricerca di risorse energetiche alternative e di nuove forme di riproduzione utili per la Terra.
    Ma su questa nave di dannati, la più dannata è la dottoressa Dibs (Juliette Binoche), scienziata ossessionata dagli esperimenti di riproduzione, una sorta di ape regina che impone ai suoi prigionieri di raccogliere il loro sperma, con il più umiliante dei metodi, per i suoi improbabili esperimenti volti a ripopolare un'umanità esangue.
   

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