Dopo essersi a lungo lamentato,
Neil Young ha perso la pazienza. Il leggendario musicista di
origine canadese si è rivolto a un tribunale federale accusando
la campagna di Donald Trump di violazione del copyright per aver
suonato ripetutamente le sue canzoni in recenti comizi.
"Questa denuncia non intende mancare di rispetto ai diritti e
alle opinioni di cittadini americani che sono liberi di
scegliere il loro candidato preferito", si legge nella denuncia
presentata presso una corte federale di New York: "E tuttavia il
querelante in buona coscienza non può tollerare che la sua
musica sia usata come tema per una campagna di ignoranza e odio,
che mira a dividere e che non riflette i valori dell'America".
Young chiede un risarcimento di 150 mila dollari.
E' dai tempi della prima campagna presidenziale di Trump che
Young minaccia di far causa: i comizi di Tulsa il 20 giugno e
poi a Mount Rushmore il 4 luglio hanno fatto traboccare il vaso.
Nell'azione legale Young sostiene che la campagna del presidente
non ha il suo permesso per suonare pubblicamente canzoni come
"Rockin' in the Free World" e "Devil's Sidewalk".
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