Un doppio trapianto di fegato da un
unico donatore straniero combinando l'uso di un particolare
macchinario, la macchina di perfusione epatica, con una tecnica
che permette di dividere un fegato in due parti. Il primo caso
al mondo riportato nella letteratura scientifica in cui sono
state combinate le tecniche si deve ai chirurghi dell'Ospedale
Bambino Gesù di Roma, che lo hanno descritto su Liver
Transplantation.
La macchina di perfusione extracorporea, spiega il comunicato
dell'ospedale, viene frequentemente utilizzata nel trapianto di
organi interi (fegato, rene, polmoni e cuore) in pazienti
adulti. Invece di immergere l'organo nella soluzione di
conservazione e ghiaccio, viene collegato alla macchina che fa
circolare al suo interno la soluzione di conservazione fredda a
cui viene aggiunto l'ossigeno (perfusione ipotermica) oppure
sangue ossigenato (perfusione normotermica). Questa tecnica
consente di prolungare i tempi di ischemia, cioè l'intervallo
durante il quale l'organo rimane al di fuori dell'organismo. "I
chirurghi del Bambino Gesù - spiega la nota - hanno utilizzato
la macchina di perfusione per dividere in Ospedale un fegato
prelevato fuori Italia, dove non avrebbero potuto effettuare lo
split, e realizzare così due trapianti contemporanei. Senza
l'apporto del macchinario, visti i tempi di ischemia molto
lunghi, ci sarebbero stati maggiori rischi di malfunzionamento
degli organi trapiantati. In uno dei due riceventi, il fegato è
stato trapiantato dopo 16 ore di conservazione, quando
normalmente il tempo massimo è di 8-10 ore".
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