In una decisione dai forti
connotati politici gli Stati Uniti hanno deciso che l'ex capo
paramilitare Salvatore Mancuso non sarà espulso verso l'Italia
dopo aver scontato una condanna per narcotraffico come richiesto
dai suoi difensori, ma sarà estradato in Colombia. Lo scrive
oggi il quotidiano El Tiempo di Bogotà.
Nella sua pagina online il giornale aggiunge che secondo
fonti diplomatiche Usa la partenza di Mancuso verso l'Italia,
Paese di cui è cittadino per parte di padre, "arrecherebbe un
pregiudizio agli interessi del governo di Trump".
Ma non è tutto, rivela ancora El Tiempo, perché se pure ora
si prepara l'invio dell'ex numero due delle Autodifese unite
della Colombia (Auc) a Bogotà nelle prossime settimane, "gli
sarà data una possibilità di restare negli Stati Uniti (grazie
alla Legge contro la tortura e i trattamenti crudeli, ndr), cosa
che si trasformerebbe in una sconfitta per la Colombia".
La decisione degli Stati Uniti, "di carattere nettamente
politico, sarà notificata oggi sia al governo della Colombia sia
alla difesa dell'ex comandante paramilitare che attendeva la sua
partenza verso l'Italia prima del 4 settembre, come disposto dal
giudice federale Richard J. León". Il giornale indica che "gli
Stati Uniti non sono tenuti a spiegare le ragioni della loro
decisione, che è stata comunicata ieri alle autorità
migratorie".
Tuttavia i legali di Mancuso avranno 14 giorni, a partire
della notificazione governativa, per chiedere l'applicazione
della Legge Usa contro la tortura e i trattamenti crudeli,
sostenendo che il loro assistito sarebbe in pericolo di vita in
Colombia, sollecitando per lui la permanenza negli Usa.
In Colombia Mancuso dovrebbe sottoporsi a vari procedimenti
giudiziari aperti contro di lui per gravi reati e crimini di
lesa umanità che potrebbero riportarlo in prigione.
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