Con THE DISCIPLE di Chaitanya
Tamhane si entra, più che in un film, in una sorta di
documentario in fiction. In concorso per l'India in questa 77/a
edizione della Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica,
racconta infatti, anche troppo didascalicamente, di un mondo
sconosciuto e difficile: quello della musica classica indiana.
Una musica che più che un genere è una fede da praticare per
tutta la vita.
Protagonista del film, Sharad Nerulkar che nella vita ha un
solo obiettivo: diventare un artista consacrato e riconosciuto
della musica classica indiana. Per fare questo, anche grazie
all'educazione paterna che l'ha introdotto a questa difficile
arte, è disposto a tutto. Per lui non solo la pratica e la
frequentazione di un guru che lo corregge e lo stimola, ma anche
quella dei vari ambienti musicali.
Una ricerca, la sua, che dura tutta la vita, ma che potrebbe
anche non portare a nulla. Cercando di padroneggiare la sua arte
ai massimi livelli, in Sharad arriva la consapevolezza dei tanti
rituali del passato, la rivisitazione di miti leggendari di
questo genere e anche la voglia di collezionare, mettere ordine
in tutto questo materiale. Ma con il passare del tempo, il
ragazzo scoprirà che le sue aspirazioni sono troppo ambiziose
rispetto alle sue capacità. Dovrà trovare così, in una Mumbai
contemporanea e caotica che attraversa con la sua moto naked, un
altro percorso da poter vivere, anche se non troppo lontano da
quello che desiderava.
Una curiosità: il premio Oscar Alfonso Cuarón è il produttore
esecutivo di THE DISCIPLE, primo film indiano in quasi venti
anni che passa in competizione al Lido.
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