Il 7 settembre Dario Argento compie
80 anni. Romano , figlio di un uomo di cinema come Salvatore
(tra i fondatori di Unitalia per la promozione dei film italiani
all'estero e produttore di talento) e di Elda Luxardo (grande
fotografa dello star system italiano), è uno studente ribelle,
ancora minorenne lascia il liceo classico e scappa a Parigi dove
vivrà un anno nello stile della più tipica bohème. A 17 anni si
conquista però le simpatie della redazione della rivista di
settore "L'araldo dello spettacolo". Strappa quindi un contratto
da "vice" critico al quotidiano pomeridiano della Capitale,
"Paese sera" dove si ritaglia uno spazio come specialista del
cinema di genere e di quello delle avanguardie.
Si sposa con Marisa Casale nel 1966 (quattro anni dopo
nascerà la sua prima figlia, Fiore), entra nel giro degli
sceneggiatori di mestiere fino ad approdare su un set nel '69
per dirigere alcune sequenze di "Un esercito di 5 uomini di
Italo Zingarelli. Frequenta anche Sergio Leone, chiamato ad
abbozzare il soggetto di "C'era una volta il West" insieme a
Bernardo Bertolucci, collabora con Giuseppe Patroni Griffi per
"Metti una sera a cena", fonda una società di produzione col
padre (la S.E.D.A.) con cui mette il cantiere il suo primo film,
ispirato a un racconto del mistero di Fredric Brown, "La statua
che urla". E' del 1970 "L'uccello dalle piume di cristallo", il
cui incasso supera largamente il miliardo di lire. Poi verranno
"Il gatto a nove code" e "Quattro mosche di velluto grigio". Il
regista sdogana il cosiddetto "giallo" italiano, si guadagna il
titolo di "re del brivido" con un crescendo di consensi che
trova l'apoteosi in "Profondo rosso" (1975). Virerà poi ira
verso l'horror e l'incubo puro tra "Suspiria" e gli altri titoli
nella trilogia delle "Tre madri".
Con 19 film alle spalle, svariate prove televisive tra Italia
e Stati Uniti, tre regie d'opera e due libri tra cui il
bellissimo "Paura" del 2014, oggi Argento è venerato in tutto il
mondo. Nel 2021 il Museo del Cinema di Torino gli dedicherà una
grande mostra antologica: "In realtà proietto sullo schermo le
mie paure, le ossessioni che spesso hanno popolato le mie notti
e le esorcizzo anche con una robusta dose di ironia".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA