(di Francesco Gallo)
Molte firme dei giornali si misurano,
anche in prima pagina, sulla legittimità di un film come
LOCKDOWN ALL'ITALIANA di Enrico Vanzina, mentre la polemica
divampa anche sui social. L'interrogativo è: si può scherzare,
mettere in commedia, una tragedia come quella del Covid-19?
E quindi il primo film dello sceneggiatore Enrico Vanzina
alla regia, in sala dal 15 ottobre con Medusa, va sotto esame ma
conquista anche allo stesso tempo una pubblicità gratuita
inimmaginabile in un periodo, tra l'altro, in cui il cinema ne
ha davvero bisogno.
Antonello Piroso su 'La Verità' fa bene a ricordare l'ovvio:
grandi commedie su grandi disastri ci sono sempre stati, basti
pensare a 'La grande guerra' di Mario Monicelli o a 'La vita è
bella' di Roberto Benigni.
C'è invece chi la butta sul ridere come Guia Soncini che su
Linkiesta parla di "invidia dei twittaroli": "Mentre noi - dice
- ci baloccavamo con l'idea di una sceneggiatura sulla
convivenza forzata durante la pandemia, il regista lo aveva già
scritto, girato, montato. Il genio è velocità di esecuzione".
Nello Ajello su Il Messaggero parla invece di 'ipocrisia',
della volontà anche politica di fare un distinguo tra nord e
sud, ovvero "noi abbiamo sofferto di più e così ci spetta il
monopolio dell'argomento" .
E mentre i social si dividono, come capita ormai su ogni
argomento, tra odiatori e salvifici, ci si mette pure Lisa
Melidoni, la vedova di Carlo Vanzina scomparso due anni fa, che
attacca il cognato Enrico al grido di vergogna: "Questa è
un'altra VERGOGNA di questo Paese che distribuisce uno schifo
del genere".
Considerando, infine, che il Covid è stato cavalcato da
tutti - da Salvatores (Viaggio in Italia) a Michael Bay
(Songbird) fino a Kevin McDonald (Life in a day 2020) - non si
capisce davvero il perché LOCKDOWN ALL'ITALIANA con la storia di
due coppie (Ezio Greggio e Paola Minaccioni, Ricky Memphis e
Martina Stella) e costrette a trascorrere la quarantena in casa,
possa fare tanto scalpore.
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