Guardare Dante direttamente in
faccia, ponendosi proprio all'altezza della statua che lo ritrae
a Firenze, in Piazza Santa Croce, oppure, con uno straordinario
punto di vista ammirare il Giudizio Universale di Giorgio Vasari
e Federico Zuccari nella cupola della cattedrale di Santa Maria
del Fiore con una visione dell'affresco dall'alto verso il
basso, grazie a una fotocamera radiocomandata calata con un filo
da pesca dalla sommità della lanterna del Duomo, a 85 metri di
altezza. E ancora, scoprire immersa nelle acque della laguna di
Venezia "La barca di Dante", opera in bronzo dello scultore
georgiano Georgy Frangulyan o stupirsi di vedere Firenze
rappresentata come un pianeta in una foto realizzata sporgendo
da un elicottero una macchina fotografica per immagini sferiche
legata a un palo lungo otto metri. E ancora, cercare tracce di
Dante nei luoghi di cultura così come nelle strade delle nostre
città e nelle scuole, in mezzo ai ragazzi di oggi, nutrendoci di
un'eredità che ci accompagna nella vita di tutti i giorni e che
veleggia dritta verso il futuro.
Tutto questo è possibile grazie alla mostra "Dante 700 - Un
ritratto di Dante e i luoghi del poeta nelle fotografie di
Massimo Sestini", inaugurata il 3 ottobre a Roma dal Presidente
della Repubblica Sergio Mattarella nella Palazzina Gregoriana
del Palazzo del Quirinale, per celebrare il VII centenario della
morte dell'Alighieri, e visitabile virtualmente fino all'11
ottobre. Con uno sguardo originale e capace di emozionare (anche
grazie all'utilizzo di strumentazioni innovative, come droni e
fotocamere leggerissime) Sestini, fotoreporter di fama
internazionale, offre al pubblico un racconto fotografico, tra
tracce e sottotracce del Poeta, che indaga nel passato per
parlare alla contemporaneità: un percorso sorprendente, composto
da 20 scatti, in formato 150x100, realizzati in vari punti
d'Italia, proprio dove la presenza di Dante si fa più evidente.
Accanto alle foto anche un portale ligneo, proveniente dal Museo
di Palazzo Vecchio, realizzato nel 1480 da Giuliano da Maiano e
Francesco di Giovanni detto il Francione, su disegno di Sandro
Botticelli, i cui intarsi ritraggono Dante a figura intera.
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