"Il giorno in cui ho scoperto, a 14
anni, il sorprendente libro Technique du coup d'Etat (Tecnica
del colpo di Stato ndr) è stato per me una rivelazione. Era come
se Malaparte mi avesse preso per mano e mi avesse portato su un
promontorio con lui, da dove era possibile contemplare gli
eventi dall'alto. Per abbracciarli meglio, per scrutarli e, a
volte, per esprimere un giudizio audace. Come quando ha spiegato
che in materia di colpo di Stato, la brutalità spesso paga,
mentre le persone timide, che non osano attraversare il Rubicone
con decisione, si condannano al fallimento. Un'osservazione
inquietante, ma stupefacente. E mi ha certamente aiutato, da
adolescente sognante, ad avere uno sguardo più lucido,
riflessivo e adulto sul mondo". E' quasi una lettera di
ammirazione e ringraziamento da uno scrittore a un maestro, il
discorso con cui Amin Maalouf, l'autore franco-libanese de Il
naufragio delle civiltà (ed. La nave di Teseo), ha ritirato il 4
ottobre a Capri il XXIII Premio Curzio Malaparte. Un autore
"ponte tra due culture" per un'edizione "difficile" in tempo di
pandemia, ammette la coordinatrice del Premio, Gabriella
Buontempo.
"Ci siamo molto interrogati - dice - se mantenere
l'appuntamento o limitarci a un'edizione online. È stata una
decisione sofferta, ma volevamo dare un segnale forte, di
presenza della cultura. Oggi c'è grande commozione, ma anche
grande gioia perché bisogna andare avanti".
"Capri, il territorio e in generale il nostro Paese hanno
bisogno di queste manifestazioni di cultura, che devono essere
sostenute e coltivate - aggiunge Michele Pontecorvo Ricciardi,
che con Ferrarelle per il nono ha portato il Premio sull'isola
-. Come azienda, abbiamo puntato molto sulla responsabilità
sociale d'impresa negli ultimi anni. Lo dobbiamo fare ancora di
più oggi, con il Paese chiamato ad affrontare difficoltà così
grandi".
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