Il rapporto tra Alessandro Borghi
(Aureliano) e Giacomo Ferrara (Spadino), si consolida sempre di
più in una Roma che "non si governa con le carte e nemmeno con
le pistole, ma con il potere". E il finale che non si può
anticipare sarà una sorpresa anche rispetto al film. Anche le
donne di Suburra 3, composta questa volta da soli 6 episodi, il
crime thriller italiano originale Netflix prodotto da Cattleya -
parte di ITV Studios - e Bartlebyfilm disponibile dal 30 ottobre
in oltre 190 paesi nel mondo sul colosso streaming, entrano
sempre più nel vivo. Il mondo "di sopra" e quello "di sotto"
dovranno venire a patti per spartirsi il più grande affare del
nuovo millennio: il Giubileo. La presentazione da remoto con la
stampa non poteva non iniziare dall'addio alla serie e dai
sentimenti che questa fine porta con sé. E tutti, dagli attori
al regista di questa terza stagione Arnaldo Catinari, sono
concordi nell'affermare che è nata una famiglia che solo per
questa stagione ha impiegato attori e maestranze per quasi 3
mesi, in oltre 60 location tra Roma centro e periferie. "Dal
film a Suburra 3 sono cambiate molte cose in quattro anni, ed è
bella la consapevolezza di aver fatto molta strada in pochi
anni", dice Borghi. Aureliano e Spadino sono pronti a sfidare di
nuovo Samurai e reclamare il trono della Città Eterna. Chi
vincerà la battaglia all'ultimo sangue per ottenere il potere
sulla città? Carlotta Antonelli (Angelica) e Federica Sabatini
(Nadia) saranno l'ago della bilancia del rapporto fraterno.
L'ultimo atto di un'epopea che ha mostrato tre differenti piani
del potere romano e italiano: Chiesa, Stato e Crimine. Livelli
che paiono non potersi intersecare e invece in "Suburra" non
fanno altro che scontrarsi e fondersi.
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