Il pieno appoggio di Bruxelles
alla prospettiva di integrazione europea della Bosnia-Erzegovina
è stato sottolineato oggi a Sarajevo dall'Alto rappresentante Ue
per la politica estera e di sicurezza Josep Borrell, che ha
invitato al prosieguo delle riforme e ha lanciato un appello a
tutte le comunità etniche che compongono il Paese a guardare al
futuro e a non rivolgersi esclusivamente al passato.
Borrell è da ieri sera a Sarajevo in occasione del 25/mo
anniversario dell'Accordo di Dayton (Ohio, Usa), concluso il 21
novembre 1995 e che pose fine alla drammatica guerra di Bosnia
(1992-1995). "Questa è l'occasione per ripensare a quello che è
accaduto nel passato, e per rendere omaggio alle vittime e a
tutti coloro che hanno lavorato per la riconciliazione", ha
detto Borrell dopo un incontro con i tre membri della presidenza
collegiale bosniaca - il serbo Milorad Dodik, presidente di
turno della presidenza, il bosgnacco Sefik Dzaferovic e il
croato Zeljko Komsic.Tuttavia, ha aggiunto, i cittadini bosniaci
non si devono limitare a rivolgersi al passato ma devono
guardare soprattutto al futuro, come fecero gli spagnoli dopo la
guerra civile. "Qui oggi voglio ribadire l'appoggio agli sforzi
della Bosnia-Erzegovina nel suo cammino europeo. Non ho lezioni
o prediche da fare. Provengo da un Paese che ha vissuto una
guerra civile, e la nostra riconciliazione è avvenuta sulla
strada verso l'Unione europea, una riconciliazione avvenuta con
lo sforzo comune di tutti", ha affermato Borrell, che è stato in
passato ministro degli esteri della Spagna. "Sono spagnolo ed
europeo e capisco molto bene cosa significhi vivere dopo una
guerra distruttiva, poichè il mio Paese ha vissuto una terribile
guerra civile dopo una ferrea dittatura. Dopo la guerra la
Spagna ha guardato all'Europa e ha lavorato nell'affermazione
dei valori democratici", ha affermato.
Lo status di Paese candidato, ha aggiunto, la
Bosnia-Erzegovina potrà ottenerlo quando vi saranno progressi in
tutti i campi richiesti.
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