"Ricordare gli eroi, quelli che hanno
fatto grande il nostro Paese, ma anche quelle donne che non si
sono tirate indietro e hanno contribuito con il loro senso
civico a dare un forte apporto a un momento storico". Donatella
Finocchiaro parla così della docufiction 'Io, una giudice
popolare al Maxiprocesso', su Rai1 in prima serata giovedì 3
dicembre (per Stand by me in collaborazione con Rai Fiction),
con la regia di Francesco Micchichè che sceglie di cambiare
prospettiva, mettendo al centro del racconto una delle giurate
popolari che hanno contribuito alle storiche condanne con cui il
processo di Palermo contro la mafia si è concluso: non un
personaggio famoso, dunque, ma una persona comune.
Caterina, interpretata da Finocchiaro, sintetizza nella
docufiction il punto di vista delle tre giurate popolari Teresa
Cerniglia, Maddalena Cucchiara e Francesca Vitale.
La docufiction si avvale anche di interviste uniche ai
protagonisti dell'epoca - dal pubblico ministero Giuseppe Ayala
al presidente della Corte Alfonso Giordano, interpretato da Nino
Frassica, passando per il giudice a latere Pietro Grasso.
Maria Pia Ammirati ha evidenziato: "Il Maxiprocesso di
Palermo ha rappresentato il punto di arrivo e, come diceva
Giovanni Falcone, il punto di partenza dello Stato contro Cosa
Nostra. La Rai mantiene il primato delle memorie e dell'impegno
civile con questa docufiction che è anche una grande narrazione:
si è preferito puntare a un'altra scelta, di fare vedere quello
che è successo dal punto di vista della normalità. Ricordare e
documentare eventi e persone che fanno parte della storia della
Repubblica e costituiscono snodi della democrazia, del vivere
civile e del senso di responsabilità, sono un dovere del
servizio pubblico che la Rai ha svolto pienamente prima nel
registrare il Maxiprocesso e poi, oggi, nel ricostruire con
questa docufiction quei tempi. I filmati d'epoca inseriti sono
stati forniti dalla Rai (Rai Teche e Rai Sicilia, che ha
digitalizzato e conserva l'intero girato del Maxiprocesso); le
foto e i titoli dei giornali mostrati fanno parte dell'archivio
de L'Ora di Palermo.
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