Al giudizio di legittimità davanti
alla Consulta sul caso del bimbo figlio di due papà non potrà
partecipare anche la donna che lo ha partorito. La Corte ha
dichiarato inammissibile la richiesta della "madre gestazionale"
di intervenire a sostegno delle questioni di legittimità
sollevate dalla Cassazione sulle norme che impediscono di
trascrivere in Italia, nell'atto anagrafico di un bambino nato
all'estero con una pratica di maternità surrogata, il nome del
papà non biologico. Il giudizio è fissato per il 27 gennaio
prossimo.Al centro della vicenda una coppia di italiani,sposati
in Canada, che si erano visti rifiutare dal Comune di Verona il
riconoscimento dell'atto di quel Paese in cui sono indicati
entrambi come genitori. La Corte d'appello di Venezia aveva
accolto il loro ricorso, ma il ministero dell'Interno e il
sindaco di Verona avevano impugnato la sentenza, finita così al
vaglio della Cassazione. Nell'aprile scorso la prima sezione
civile della Suprema Corte aveva disposto la trasmissione degli
atti alla Consulta avanzando dubbi di costituzionalità su un
insieme di norme, a partire dalla legge sulla fecondazione
assistita.
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