Le condotte di Castellucci, per i
giudici del Riesame che hanno messo in libertà l'ex Ad di
Autostrade e Atlantia Giovanni Castellucci nell'ambito
dell'inchiesta sulle barriere anti rumore difettose delle
autostrade, non erano finalizzate solo a compiacere gli
azionisti di maggioranza, ma anche per un proprio tornaconto
economico. Le condotte erano "tutte volte a una poliedrica e
persistente politica del profitto aziendale, soprattutto
risparmiando le spese dovute, ma anche cercando di imputarle a
capitoli non pertinenti perché potessero in parte detratte dai
debiti verso la controparte". Scrivono i giudici: "I soddisfatti
azionisti di maggioranza lo compensavano adeguatamente: già nel
2010 riceveva compensi per oltre un milione e 250mila euro
all'anno per Aspi e 750mila per Atlantia". Per i giudici del
Riesame dai comportamenti di Castellucci "emerge un quadro di
totale mancanza di scrupoli per la vita e l'integrità degli
utenti delle autostrade". Inoltre emerge che il manager è anche
indagato per tentata truffa sulle spese per rimediare agli
errori di progettazione delle barriere fonoassorbenti fatte
passare come migliorie.
Intanto emerge dalle carte che Castellucci è indagato dalla
procura di Genova anche per la vicenda delle gallerie, inchiesta
aperta dopo il crollo della volta della galleria Bertè in A26 la
Genova - Gravellona Toce il 30 dicembre dell'anno scorso. Quella
sera caddero oltre due tonnellate di cemento, nessun mezzo
rimase coinvolto.
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