"I due entrarono nel cortile di via
Rovello e trovarono una porta sbarrata, che abbatterono con una
spallata". Dentro, "una platea abbandonata, con delle poltrone
sconnesse, un palcoscenico vuoto con un sipario rosso tirato a
metà. Improvvisamente, mentre ci stavamo guardando intorno, da
un lucernario un raggio di sole attraversò il palcoscenico e
andò a posarsi in un angolo. Era come se si fosse acceso,
prodigiosamente, un proiettore e una sapiente lama di luce
volesse indicare il palcoscenico, quel palcoscenico". È così che
nel maggio 1947 Paolo Grassi e Giorgio Strehler fondarono il
Piccolo Teatro di Milano, destinato a diventare uno dei più
importanti palcoscenici italiani ed europei. E' uno dei tanti
racconti che Mauro Carbonoli, al tempo attore, poi tra i più
stimati organizzatori e direttori teatrali italiani, ha raccolto
in "Anche a dispetto di Amleto. Cinquant'anni di teatro e altro"
(ed. Aracne), memoire personale dal quale nasce ora anche uno
speciale Radio Techetè, in onda dal 14 al 23 dicembre, alle 9 e
poi alle 17, a cura di Silvana Matarazzo.
Oltre cinquant'anni di vita e carriera, sullo sfondo di un
Paese che passa dalla disperazione del dopoguerra
all'ubriacatura ultimi anni del secolo, mentre il teatro
abbandona il primato dell'attore per acclamare la figura del
regista.
Carbonoli, milanese, classe 1929, nel libro e nello speciale
ripercorre la sua avventura nelle conversazioni con Silvana
Matarazzo, intrecciate ai materiali sonori dagli archivi
radiofonici della Rai. Sono gli anni di Giorgio De Lullo,
Luchino Visconti, Luigi Squarzina, di Ruggero Ruggeri
"considerato il più grande", l'interprete moderno "contrapposto
alla virtuosità del Grande attore che andava tramontando". Ed
ecco la voce di Renzo Ricci, Vittorio Gassman, Memo Benassi, Ugo
Tognazzi, le dichiarazioni di intenti di Strehler e Squarzina, i
ricordi di attrici indimenticabili come Anna Proclemer e
Rossella Falk.
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