(di Francesco Gallo)
"Sono stato in lockdown per quasi un
anno, mi sento come una vecchia automobile arrugginita ferma in
garage che non sa più se potrà ripartire. Ho una certa età e non
so se avrò voglia ed energia di fare un altro film, anche se
Paul Laverty, il mio sceneggiatore che è più giovane e pieno di
idee, mi sprona sempre". Così Ken Loach in collegamento remoto
con Gian Luca Farinelli, direttore della Cineteca di Bologna che
ha presentato la rassegna a lui dedicata disponibile su
Miocinema. "Chi ama il cinema non come un prodotto commerciale,
ma come un mezzo di comunicazione, tornerà in sala, ma
sopravviveranno solo le piccole sale - ha spiegato - proprio
come il teatro è sopravvissuto all'avvento della televisione.
Diverso per i grandi multiplex nei quali si proiettano ormai
solo Blockbuster che adesso vengono distribuiti in streaming.
Loro avranno maggiori problemi. I ragazzi vedono i Blockbuster
anche sul telefonino e poi in casa ormai ci sono schermi giganti
dove si può vedere tutto in grande qualità". Due Palma d'oro,
Leone e Orso alla carriera, Pardo d'onore di Locarno e Premio
alla carriera agli EFA, Loach, 84 anni, ha sempre raccontato la
gente semplice, il proletariato. "Ho sempre amato le storie
della vita di tutti i giorni perché sono le storie della maggior
parte di noi, di gente che lavora per avere una casa dove
educare i figli", ha detto. Quanto alla scelta degli attori,
spesso non professionisti: "Bisogna metterli a proprio agio. Io
anche per questo giro in sequenza, dalla prima all'ultima scena,
e questo rende tutto più facile. Da me tutti gli attori poi sono
uguali, non ci sono prime donne che si vanno a prendere con
l'autista. Anche la tecnologia non deve essere avvertita, niente
luci in faccia così si ricrea sul set la mia normalità". Tra i
titoli proposti da Miocinema: Terra e libertà, Sweet Sixteen, Il
vento che accarezza l'erba (Palma d'Oro al Festival di Cannes
2006), Il mio amico Eric, La parte degli angeli e Io, Daniel
Blake (Palma d'Oro al Festival di Cannes 2016).
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