Oltre allo scambio di video e
immagini di violenze su bambini, in alcuni casi i presunti
pedofili individuati nel maxi blitz anti-pedopornografia, che ha
fatto emergere una rete criminale in tutto il mondo, avrebbero
offerto anche la possibilità di arrivare ad avere "contatti
diretti" con minori vittime di abusi.
Emerge dalle indagini della Polizia postale, coordinate dagli
aggiunti Letizia Mannella e Eugenio Fusco e dai pm Barilli e
Tarzia. Durante il lockdown e la pandemia, ha spiegato Mannella,
i bambini "sono molto più indifesi e più facilmente vittime di
adescamenti" e c'è stato un "aumento dei reati di
pedopornografia".
Sono coinvolti affermati professionisti, operai, studenti,
consulenti universitari, pensionati, impiegati privati e
pubblici, tra cui un vigile urbano". Secondo gli investigatori
si tratta "della più grande operazione degli degli ultimi anni".
Sono entrati in azione anche agenti sotto copertura infiltrati
per due anni nelle chat dei pedofili per individuare 432 utenti
attivi su gruppi e canali Telegram e WhatsApp "finalizzati alla
condivisione di foto e video pedopornografici ritraenti vere e
proprie violenze sessuali su minori".
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