"'Valentino: Re-Signify Part One
Shanghai' non può essere definita con il termine mostra, ma non
è neppure un semplice evento multidisciplinare. E' piuttosto un
modo di guardare al passato e di tradurlo nel presente. Ma non
si tratta di replicarlo, né di riprodurlo in modo letterale.
Risignificare implica la capacità di cogliere degli aspetti, dei
particolari, delle prerogative. È re-contestualizzazione di
dati, dettagli, frammenti di trascorse esperienze, secondo la
propria sensibilità". Parola di Pierpalo Piccioli, direttore
creativo della maison Valentino, che lui ha sottoposto a un
processo di "risignificazione" concettuale partita dal passato e
proiettata nel futuro, trasformandolo in un progetto presentato
alla stampa con una conferenza stampa digitale. Dal 19 dicembre
al 17 gennaio, negli spazi della Power Station of Arts di
Shanghai, prende vita questo evento-progetto multidisciplinare
curato da Mariuccia Casadio e Jacopo Bedussi con un allestimento
creato da Kennedy London. Nel progetto c'è un primo capitolo in
cui i temi di Valentino sono stati estratti dall'archivio e
dall'oggi per essere innestati in ambiti nuovi, concentrandosi
su due codici precisi. Le Studs, ma anche l'universo estetico
dell'Atelier, tra botanica e abilità artigianale. Un terzo
codice è quello della Couture, o meglio del significato che
Piccioli dà del concetto di Couture. E qui viene chiesto a
Piccioli se ha senso in era Covid continuare a sfilare: Certo
-risponde perentorio il couturier- la sfilata è l'unico
linguaggio della moda, il suo solo mezzo espressivo". Nel
progetto sono incluse architetture illusorie, capi della maison
dal passato o recenti, scarpe e accessori delle collezioni
Valentino Garavani Rockstud e Atelier, abiti fuori scala della
Couture of Grace and Light, opere degli artisti Jacopo Benassi,
Cao Fei, Jonas Mekas, Stanley Mouse, Robby Müller, Quayola, Anna
Ridler, Rachel Rose, Solve Sundsbo, Natália Trejbalová e
Weirdcore.
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