(di Luciano Fioramonti)
E' tornato alla Galleria Borghese
come un vero e proprio regalo di Natale 'Danza Campestre',
dipinto di Guido Reni, a lungo dato per disperso, attribuito
alla mano di altri maestri del Seicento e solo nel 2017
riconosciuto come opera del grande esponente del Barocco. La
tela, a Roma dal 23 dicembre, è stata ricomprata dal museo
romano per circa 800 mila euro alla galleria Fondoantico di
Bologna che l'aveva esposta nel marzo 2020 al Tefaf, la fiera
internazionale di arte e antiquariato di Maastricht. La
procedura, avviata nella primavera scorsa dalla precedente
direttrice Anna Coliva, chiude quindi con un lieto fine la
storia travagliata di quest'opera realizzata intorno al 1602.
''Avere individuato un dipinto che certamente veniva dalla
collezione del Cardinale Scipione Borghese ci dà grandissima
soddisfazione - dice Francesca Cappelletti, neo direttrice della
Galleria - non solo perché apparteneva alla raccolta ma perché
parliamo di Guido Reni, il pittore preferito da Scipione
Borghese e da papa Paolo V''.
La conferma della paternità del quadro si deve all'
antiquario Patrick Matthiessen che ha incluso il dipinto nel
catalogo dedicato alle opere a Guido Reni pubblicato appunto nel
2017.
''Quando riapriremo avremo qualcosa in più da offrire -
osserva Francesca Cappelletti- Il fatto che anche in questo
momento difficile i musei continuino a lavorare e a ottenere
grandi risultati è la conferma che non ci siamo mai fermati e
che siamo pronti ad accogliere nuovamente il pubblico con novità
importanti''. La speranza è di presentare nel prossimo autunno
il dipinto accostato ad altre opere dello stesso periodo ''per
contestualizzare l' attività di Guido Reni e far riscoprire
questo artista che il grande pubblico considera ancora soltanto
un classicista e un accademico e non il pittore molto vario e
dalle potenzialità espressive straordinarie''.
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