(di Alessandra Baldini)
"The Irishman" non è stato
l'ultimo valzer di Martin Scorsese: dopo aver confidato al
"Guardian", un anno fa proprio di questi tempi, di essere
"forse" arrivato al capolinea, il regista di "Quei bravi
ragazzi" è più attivo che mai. "Pretend It's a City", che
debutterà a sorpresa su Netflix l'8 gennaio, è un viaggio
pre-Covid nella Grande Mela attraverso gli occhi e la
sensibilità dell'amica e concittadina Fran Lebowitz.
"La gente si arrabbia con me perché ho troppe opinioni" ,
dice la moderna Dorothy Parker nel trailer del documentario che
punta la cinepresa sulle sue frustrazioni per come la gente
naviga l'amata New York. Come quando Fran vede una nuova
bancarella della libreria Strand nella trappola per turisti di
Times Square e si rivolge al venditore: "Non ti sembra ingiusto
portare qui un libro? Ingiusto per i libri...".
Non è la prima volta che Scorsese e la Lebowitz lavorano
assieme: dieci anni fa l'autrice di "Due Panda a New York" fu il
soggetto di "Public Speaking" per Hbo che la vedeva pontificare
seduta al tavolo preferito del Waverly Inn, il ristorante
dell'allora direttore di Vanity Fair, Graydon Carter. Nel 2013
l'umorista era poi apparsa in due distinti ruoli cammeo in "The
Wolf of Wall Street". Ora settantenne, Fran offre a Scorsese un
"Baedeker" della sua città preferita, coprendo "soggetti che
vanno dai turisti ai soldi, alla metropolitana, al real estate e
all'arte non così semplice di attraversare Times Square".
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