(di Giorgio Gosetti)
70 candeline da spegnere il 5 gennaio
in una volta sola sono un fardello importante per l'eterno
ragazzo dello spettacolo italiano: Christian De Sica che calca
le scene da quasi 50. Nato a Roma nel 1951 è il secondo figlio
del grande De Sica e di Maria Mercader. Legatissimo al fratello
maggiore, il musicista Manuel, del padre ha tutto: presenza
fisica, bella voce tenorile, simpatia contagiosa, talento da
attore, ed è proprio il padre ad aprirgli le porte del cinema.
Poi l'amico di famiglia Roberto Rossellini gli offre una
particina nel suo "Blaise Pascal" per la tv. Intanto guardano a
lui altri registi come Pasquale-Festa Campanile, Duccio Tessari
ma sarà il ruolo di Giovannino, nel film di Paolo Nuzzi, a
dargli nel 1976 un Premio David Speciale. Due anni prima è
scomparso il padre Vittorio, lasciandogli in eredità molti
debiti di gioco, un complesso ménage familiare, un ingombrante e
modello artistico. Testardo, il giovane De Sica prosegue la sua
carriera tra cinema ("Bordella" di Pupi Avati è la sua migliore
performance) e varietà (suo maestro Antonello Falqui).
Nel 1980 sposa Silvia Verdone, sorella del compagno di studi
Carlo, e l'anno successivo partecipa al terzo successo del
cognato con "Borotalco". Nel 1983 Carlo Vanzina diventa re del
box office con "Sapore di mare" e "Vacanze di Natale": in
entrambi Christian emerge in un coro di futuri beniamini del
pubblico da Jerry Calà a Claudio Amendola. Con quel remake
travestito di "Vacanze d'inverno" (1959, Camillo Mastrocinque),
De Sica inaugura la stagione dei "cinepanettoni": spesso in
coppia con Massimo Boldi, il filone resiste da quasi 40 anni e
fino al 2010 con la serie "Natale a…." mantiene saldamente la
testa del box office nazionale delle feste. Ma Christian De Sica
ha pazientemente costruito una personalità artistica anche molto
più sfaccettata: da regista , da attore consumato, cantante
confidenziale, mattatore in teatro, showman televisivo. Oggi è
un'icona popolare e anche per questo il suo compleanno è
speciale nel 2021: in fondo è la festa di un artista che si è
fatto da solo, ma anche quella di una generazione di italiani.
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