A un anno dall' abbattimento del
Boeing ucraino nei cieli di Teheran da parte delle Guardie della
Rivoluzione, l'Iran ha annunciato di avere concluso l'inchiesta,
ribadendo che si è trattato di "un errore umano". Lo ha detto il
procuratore militare di Teheran, Gholamabbas Torki.
Nel disastro morirono 176 persone, in gran parte iraniani ma
anche molti canadesi; alcune vittime provenivano da Svezia, Gran
Bretagna, Ucraina e Afghanistan. "Tra le persone accusate di
imprudenza e violazione delle regole - ha aggiunto il
procuratore - solo una è in carcere, mentre le altre sono state
rilasciate su cauzione in attesa di processo davanti a un
tribunale militare e sono state licenziate o degradate".
Oggi, intanto, alcuni familiari iraniani delle vittime hanno
tenuto una cerimonia di commemorazione nel sito in cui sono
precipitati i resti del Boeing 737 alle 06:19 locali, l'ora
esatta in cui l'aereo venne distrutto lo scorso 8 gennaio (che
nel calendario persiano corrisponde quest'anno al 7 gennaio).
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