Un giornalista afghano, portavoce
delle Forze di protezione pubblica del paese (NPPF), Zia Wadan,
è stato ucciso stamattina insieme a due colleghi a Kabul da una
bomba che ha preso di mira il loro veicolo. Lo hanno riferito
funzionari afghani.
L'omicidio di Zia Wadan, che in precedenza aveva lavorato per
diversi media, sembra essere l'ultimo di una serie di assassinii
mirati che stanno scuotendo l'Afghanistan, in particolare la
capitale Kabul dove giornalisti, politici e attivisti per i
diritti, sono stati sempre più presi di mira nonostante i
colloqui di pace tra governo e talebani.
Wadan e i suoi colleghi sono rimasti uccisi nel traffico
mattutino dell'ora di punta in una parte orientale della
capitale. Nessun gruppo ha rivendicato l'attacco, ma il
presidente Ashraf Ghani ne ha dato la colpa ai talebani. "Il
picco di violenza da parte dei talebani è contro l'impegno per
la pace e indica che il gruppo persegue ancora il suo
atteggiamento da falco nel prendere vite innocenti e danneggiare
le strutture pubbliche", ha detto il palazzo presidenziale su
Twitter, citando Ghani.
La National Public Protection Force (NPPF), è un servizio di
sicurezza sotto il ministero degli interni che distribuisce
guardie alle organizzazioni internazionali in tutto
l'Afghanistan.
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