Il fondatore e patron
di Twitter, Jack Dorsey, considera la decisione di bandire il
presidente americano uscente Donald Trump dalla piattaforma
"quella giusta", ma che costituisce comunque un "fallimento" e
che "stabilisce un precedente pericoloso" nell'ambito del potere
detenuto dalle grandi aziende.
È un "fallimento da parte nostra nel promuovere una sana
conversazione", ha twittato Dorsey in una serie di messaggi in
cui riconsidera la decisione del social network di bandire a
tempo indeterminato Trump per aver ha incoraggiato la violenza
al Campidoglio americano. Questo tipo di misure "ci dividono.
Limitano le possibilità di spiegare, di riscattarsi, di
imparare", ha continuato. "E crea un precedente che penso sia
pericoloso: il potere che un individuo o un'azienda ha su parte
della conversazione pubblica globale". Twitter era il principale
strumento di comunicazione del tycoon, che lo utilizzava
quotidianamente per raggiungere direttamente i suoi 88 milioni
di follower. È stato anche sospeso da Facebook, Snapchat e
Twitch. E per una settimana anche da YouTube. Ma la decisione di
Twitter è di gran lunga la più iconica. Dorsey sottolinea che
l'equilibrio del potere è stato rispettato fintanto che "le
persone potevano semplicemente rivolgersi a un altro servizio se
le nostre regole e la nostra applicazione delle regole non le
soddisfacevano". Ma "questo concetto è stato messo in
discussione la scorsa settimana quando anche diversi altri
fornitori di strumenti internet essenziali hanno deciso di non
ospitare ciò che ritenevano pericoloso", ammette.
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