L'intelligenza artificiale prevede
la possibilità di un nuovo infarto o di un sanguinamento nei
pazienti infartuati. Un approccio rivoluzionario, frutto di una
ricerca della Cardiologia universitaria dell'ospedale Molinette
della Città della Salute di Torino diretta da Gaetano Maria De
Ferrari, in collaborazione con Università e Politecnico del
capoluogo piemontese, pubblicata oggi sulla rivista Lancet. "Lo
studio, grazie al quale ora possiamo curare meglio i nostri
pazienti, è una dimostrazione fortissima delle possibilità
dell'Intelligenza Artificiale in medicina", spiega De Ferrari.
"I pazienti con infarto miocardico acuto - spiega Fabrizio
D'Ascenzo, coordinatore dello studio - sono ad altissimo rischio
nei primi due anni sia di una recidiva di infarto sia di
sanguinamenti maggiori legati ai farmaci che mantengono il
sangue 'più fluido', come la cardioaspirina. La decisione sulla
terapia migliore deve bilanciare questi due rischi, cosa che il
cardiologo fa basandosi sulla propria esperienza e sul suo
intuito clinico, aiutato da dei punteggi di rischio. Tuttavia
questi punteggi sono poco precisi e pertanto di modesto aiuto
anche per un cardiologo esperto. Abbiamo perciò cercato di
migliorare la situazione utilizzando dati clinici riguardanti
23.000 pazienti, molti dei quali raccolti in Piemonte, che hanno
fornito la massa critica di informazioni per la nostra ricerca".
Mentre la precisione dei migliori punteggi disponibili per
identificare la possibilità di un evento come un nuovo infarto o
un sanguinamento si aggira intorno al 70%, la precisione di
questo nuovo punteggio di rischio si avvicina al 90%, riducendo
statisticamente la possibilità di una non corretta diagnosi da
tre a un solo paziente su dieci analizzati.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA