Abbiamo tutti bisogno di tornare al
contatto umano: nasce da questa consapevolezza la sfilata Prada
per il prossimo inverno, che traduce l'insopprimibile esigenza
di scambio fisico in un capo passepartout che accompagna ogni
look, la 'long john', la tuta intera dell'intimo maschile di una
volta, proposta in versione jacquard e portata da sola o sotto
il completo da uomo.
Se a Miuccia Prada ricorda proprio l'underwear e la vede un
po' sexy e un po' romantica, con richiami al mondo del bambino
ma anche all'allure delle rockstar, per il condirettore creativo
Raf Simons evoca maggiormente la virilità del cowboy, ma la
necessità cui risponde è sempre la stessa: tornare al tatto, a
un feeling fisico di morbidezza e protezione, come quello che
sentiamo tutti in questi tempi di pandemia.
Una duplicità che emerge subito dal set dello show, uno
spazio astratto ideato da Rem Koolhaas e AMO, sospeso tra
esterno e interno, tra marmi e pellicce, dove i modelli non solo
sfilano, ma si lasciano anche andare a una danza liberatoria. In
moda questo duplice movimento si traduce in pantaloni dalla
silhouette asciutta e in giubbini e cappotti - mono o
doppiopetto - dai volumi più importanti, ma soprattutto in
tessuti tattili, dalla maglieria jacquard a motivi geometrici
ai pellami, dal re-nylon al tweed bouclé, dai classici gessati
in lana alla pelle dei bomber dai colori forti. Un contrasto tra
pezzi intimi e sartoriali pensato - sottolineano entrambi - non
per costruire un racconto ma per trasmettere una sensazione,
anche senza una sfilata vera, con il pubblico in sala.
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