Facebook ha annunciato la nomina
di un rappresentante legale in Turchia, alla vigilia di nuove
pesanti sanzioni per il mancato adeguamento alla controversa
normativa di Ankara sui giganti del web.
Il social network statunitense, insieme alle altre maggiori
compagnie digitali, da Twitter a YouTube, aveva subito multe
milionarie per il mancato rispetto della legge, in vigore da
ottobre e ritenuta da opposizioni e ong un "bavaglio" alla
libertà di internet. La nomina vale anche per la controllata
Instagram. In caso di ulteriori resistenze, Facebook avrebbe
rischiato lo stop alla pubblicità e una riduzione entro giugno
della larghezza di banda fino al 90%, equivalente a un
sostanziale oscuramento.
La compagnia sottolinea che la sua piattaforma intende
restare uno spazio di "libertà d'espressione". Oltre alla nomina
di un rappresentante, responsabile dei contenuti e della loro
rimozione entro 48 ore su richiesta dell'autorità giudiziaria,
la normativa turca prevede per le piattaforme con oltre un
milione di visitatori unici al giorno la catalogazione dei dati
degli utenti in server locali, sollevando timori sulla privacy.
La riforma è stata fortemente voluta dal presidente Recep
Tayyip Erdogan, che, malgrado la sua grande popolarità su queste
piattaforme, non ha mai risparmiato critiche ai social sin dal
loro impiego nelle proteste antigovernative di Gezi Park del
2013. Nei giorni scorsi, il leader di Ankara si è anche fatto
promotore di un boicottaggio di WhatsApp per le nuove regole
sulla privacy, passando a Telegram e all'app di messaggistica
locale Bip.
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