Amadeus non lascia. Il direttore
artistico e conduttore del Festival di Sanremo, dopo l'alt del
ministro Franceschini alla presenza di qualsiasi tipo di
pubblico all'Ariston che lo avrebbe spinto a fare un passo
indietro, ha maturato in queste ore - a quanto apprende l'ANSA -
la decisione di andare avanti. Resta convinto che la platea
vuota possa penalizzare lo spettacolo, ma si rimetterà alle
decisioni che prenderanno la Rai e il Comitato tecnico
scientifico.
L'idea di fondo sulla quale in queste settimane Amadeus ha
lavorato con la sua squadra è stata la realizzazione di un
grande spettacolo in un teatro assimilabile a uno studio
televisivo dove - come chiariscono anche le Faq pubblicate sul
sito di Palazzo Chigi - la presenza del pubblico è ammessa, come
peraltro accade in diversi show della Rai e della concorrenza.
Ma dopo giornate di forte tensione, di amarezza, di sensazione
di isolamento, a mente lucida è prevalso nel conduttore e
direttore artistico il senso di responsabilità per il proprio
ruolo: far saltare Sanremo significherebbe mettere in seria
difficoltà tutti coloro che ci lavorano, l'industria
discografica che spera in un segnale di ripartenza, la Rai
stessa che grazie al festival lo scorso anno ha messo in cassa
oltre 37 milioni di ricavi pubblicitari.
Di qui la decisione di Amadeus di fare un passo avanti, in
vista del 2 marzo: sarà l'azienda, in base al protocollo
organizzativo e sanitario con cui a Viale Mazzini si sta
cercando un punto di equilibrio tra le indicazioni del governo e
quelle degli esperti, e sarà il Cts a decidere sulla presenza o
meno di figuranti in sala e sulle modalità in base alle quali
l'evento possa svolgersi in sicurezza. Quella sicurezza che non
può non restare al primo posto anche per chi sta lavorando al
festival per amore del pubblico e per regalare agli spettatori
un momento di leggerezza.
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