La capitale colombiana Bogotá ha
ridotto da rosso ad arancione lo stato di allerta sanitaria
decretato settimane fa, dopo aver registrato una riduzione del
livello di occupazione delle unità di terapia intensiva negli
ospedali, passata dal 94% all'81%. La sindaca Claudia López ha
preso questa decisione spiegando che è stata superata la seconda
ondata di infezioni da coronavirus nella città, la più colpita
dalla pandemia in tutto il Paese.
L'amministrazione comunale ha inoltre revocato la quarantena
decretata in diverse zone della capitale, mentre ha deciso di
mantenere le restrizioni mirate per l'accesso delle persone agli
esercizi commerciali, ai servizi pubblici e bancari.
"Bogotá continuerà a dipendere per tutto il 2021 dalla nostra
attenzione individuale e collettiva, dall'adozione e dal
rispetto delle misure di sicurezza che abbiamo preso come
città", ha avvertito López.
Le autorità della capitale hanno infine precisato che dall'8
febbraio le scuole private potranno tornare "gradualmente e
progressivamente" alle lezioni in presenza. La settimana
successiva potranno farlo gli istituti pubblici. Anche le
università possono tornare alle lezioni in presenza, ma con
capacità ridotta.
Le autorità sanitarie colombiane hanno riportato martedì sera
10.091 nuovi casi di Covid-19 e 304 nuovi decessi in 24 ore. Il
totale dei contagi è salito a 2.114.597, con 54.576 morti.
Bogotà continua a essere il territorio più colpito dal
coronavirus nel Paese, con 619.894 casi. La capitale è seguita
dai dipartimenti di Antioquia (nord-ovest) con 327.802 contagi,
Valle del Cauca (sud-ovest) con 178.104 e Atlántico (nord) con
115.849.
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